Teoria
Shuāng Gōng双功
Il doppio lavoro comprende:
⦁ Jiǔ Shù Gōng 九术功 : letteralmente “lavoro sulle nove tecniche”; si riferisce ai nove lavori basilari che il praticante di Shǎo Běi Quán deve allenare, cioè Mǎ Bù 马步 (posizione del cavaliere), Māo Gōng 猫功 (lavoro del gatto), Pī Pāi 劈拍 (colpi di taglio), Tiào Háng 跳行 (balzare lungo le linee), Chuān Yuè 穿越 (tuffarsi oltre), Bǎi Tuǐ摆腿 (calci oscillanti), Bēn Chí 奔驰 (scattare e correre), Dá Zhuāng打桩 (colpire il palo), Shēn Fān 身翻 (rotolare con il corpo).
⦁ Liù Gēn Gōng 六根功: letteralmente “lavoro sulle sei radici”; con ciò si intendono Shǒu手 (mano), Yǎn 眼 (occhio), Shēn 身 (corpo), Tuǐ 腿 (gamba), Bù 步 (passo), Qì 氣 (energia). Attraverso le radici, corrispondenti a tutte le parti del corpo, la pratica marziale può beneficiare alla salute ed alla difesa personale. Gli esercizi sulle sei radici vengono condotti soprattutto attraverso Bā Bù Duǎn Quán 八短步拳 (otto camminate dei pugni corti), Yǎn Gōng 眼功 (lavoro degli occhi), e Qì Gōng 氣功 (lavoro sull’energia). Lo scopo dell’esercizio, in aggiunta al benessere esteriore, esprime e dimostra esternamente l’abilità nell’autodifesa.
La relazione tra i due lavori è necessaria ed importantissima ed è incrementata dalla dialettica. La pratica del vigore delle nove tecniche deve essere esercitata attraverso le sei radici; viceversa, le sei radici richiedono un buon vigore muscolare per beneficiare all’autodifesa. Quando l’esercizio sulla potenza raggiunge un buon livello allora ricomincia il lavoro di rafforzamento delle nove tecniche e ancora, successivamente, si riprende il lavoro sulle sei radici. Questa complementarità migliora la dialettica: le due parti si alternano e si riversano l’una nell’altra reciprocamente.
Sì Shù 四术
I quattro metodi sono:
⦁ Quán Shù 拳术: il “metodo dei pugni”, a sua volta composto da Cháng Quán 长拳 (colpi lunghi), Duǎn Dǎ 步打 (colpi corti), Pò Ná 破拿 (tecniche di leva), Qiǎo Dùn巧遁 (tecniche di evasione). Il Cháng Quán长拳 sfrutta le sei radici ed i relativi metodi per la pratica delle basi delle capacità di combattimento; il Duǎn Dǎ, invece, è necessario a guidare il Cháng Quán ed il suo scopo principale è quello di sopraffare l’avversario attraverso colpi duri e morbidi; Pò Ná è lo studio delle capacità di presa e rottura degli arti dell’avversario; Qiǎo Dùn riguarda le opportunità di fuga contro avversari armati o in gruppo.
⦁ Qì Shù 器术: il sistema di metodi tecnici per il combattimento con le armi tradizionali. Queste ultime sono suddivise in otto grandi categorie che le classificano in base alla tipologia delle porzioni adibite all’attacco ed alla difesa. Inoltre, viene posta particolare attenzione alle aree in cui è possibile colpire ed essere colpiti a seconda delle armi impugnate.
⦁ Gōng Shù 功术: questo metodo è necessario al praticante per condizionare le parti del corpo, irrobustendo gli arti in maniera da potersene servire al meglio in combattimento senza riportare danni.
⦁ Qiǎo Shù 巧术: metodo delle tecniche evasive e di destrezza che si sviluppa attraverso le Jiǔ Jì九技 (nove abilità). Il principale obiettivo di questa pratica è l’ottenimento di grande agilità in qualsiasi condizione e su qualsiasi tipo di terreno. L’allenamento è condotto tramite l’utilizzo di vari strumenti quali funi, reti e paletti. Attraverso queste abilità il praticante diventa scaltro e rapido nei movimenti, rendendo l’avversario incapace di colpirlo.
Lo Shuāng Gōng è la base dei Sì Shù. Usualmente si dice “Shuāng Gōng Wéi Wu, Sì Shù Wéi Shu” 双功为武四术为术, cioè “il Doppio Lavoro per la pratica, i Quattro Metodi per la tecnica”; si dice anche “Senza la pratica non c’è tecnica, la tecnica si raggiunge attraverso la pratica”. Pertanto anche tra Shuāng Gōng e Sì Shù si instaura una relazione di dialettica. Lo Shǎo Běi Quán è una scienza; tutta la sua teoria origina dalla pratica e la pratica genera conoscenza.
Notevole importanza è data anche ai vari tipi di forza. Si dice “La forza eccessiva è sicuramente lenta, la forza fiacca è certamente sconfitta”. Nello Shǎo Běi Quán vengono analizzate quattro tipologie di forza, distinte tra statiche e dinamiche, di emissione e di ricezione, da impiegare a seconda delle occasioni e condotte seguendo la direzione di forza dell’avversario oppure opponendosi ad essa. La più importante è certamente la Diǎn Gāng Lì 点刚力 che esplode nell’esatto istante in cui si entra in contatto con l’avversario. In opposizione al metodo duro Diǎn Gāng si sviluppa il metodo del cambiamento morbido Róu Huà 柔化. Quest’ultimo permette la ricezione della forza dell’avversario sfruttandola a proprio vantaggio. Questa pratica viene condotta attraverso l’accoglimento dell’emissione della forza nemica causando uno sbilanciamento che a sua volta concede un vantaggio. Ne consegue una costante interazione tra duro e morbido.
Lo stile si focalizza fortemente anche sul metodo dei passi e dei calci. Attraverso un calcolo il Gran Maestro Zhāng Róng Shí ha stimato che esistono 366 combinazioni di “calci e calci” e “passi e calci”, enfatizzando la grande importanza che questi rivestono nel combattimento.
Ulteriore lavoro è indirizzato esplicitamente al metodo delle mani ed alle connessioni reciproche tra le varie tecniche di mano, che possono configurarsi in varie modalità a seconda della forma che l’arto assume, come ad esempio pugno, oppure palmo, oppure dita.
⦁ Jiǔ Shù Gōng 九术功 : letteralmente “lavoro sulle nove tecniche”; si riferisce ai nove lavori basilari che il praticante di Shǎo Běi Quán deve allenare, cioè Mǎ Bù 马步 (posizione del cavaliere), Māo Gōng 猫功 (lavoro del gatto), Pī Pāi 劈拍 (colpi di taglio), Tiào Háng 跳行 (balzare lungo le linee), Chuān Yuè 穿越 (tuffarsi oltre), Bǎi Tuǐ摆腿 (calci oscillanti), Bēn Chí 奔驰 (scattare e correre), Dá Zhuāng打桩 (colpire il palo), Shēn Fān 身翻 (rotolare con il corpo).
⦁ Quán Shù 拳术: il “metodo dei pugni”, a sua volta composto da Cháng Quán 长拳 (colpi lunghi), Duǎn Dǎ 步打 (colpi corti), Pò Ná 破拿 (tecniche di leva), Qiǎo Dùn巧遁 (tecniche di evasione). Il Cháng Quán长拳 sfrutta le sei radici ed i relativi metodi per la pratica delle basi delle capacità di combattimento; il Duǎn Dǎ, invece, è necessario a guidare il Cháng Quán ed il suo scopo principale è quello di sopraffare l’avversario attraverso colpi duri e morbidi; Pò Ná è lo studio delle capacità di presa e rottura degli arti dell’avversario; Qiǎo Dùn riguarda le opportunità di fuga contro avversari armati o in gruppo.
⦁ Qì Shù 器术: il sistema di metodi tecnici per il combattimento con le armi tradizionali. Queste ultime sono suddivise in otto grandi categorie che le classificano in base alla tipologia delle porzioni adibite all’attacco ed alla difesa. Inoltre, viene posta particolare attenzione alle aree in cui è possibile colpire ed essere colpiti a seconda delle armi impugnate.
⦁ Gōng Shù 功术: questo metodo è necessario al praticante per condizionare le parti del corpo, irrobustendo gli arti in maniera da potersene servire al meglio in combattimento senza riportare danni.
⦁ Qiǎo Shù 巧术: metodo delle tecniche evasive e di destrezza che si sviluppa attraverso le Jiǔ Jì九技 (nove abilità). Il principale obiettivo di questa pratica è l’ottenimento di grande agilità in qualsiasi condizione e su qualsiasi tipo di terreno. L’allenamento è condotto tramite l’utilizzo di vari strumenti quali funi, reti e paletti. Attraverso queste abilità il praticante diventa scaltro e rapido nei movimenti, rendendo l’avversario incapace di colpirlo.
Lo Shuāng Gōng è la base dei Sì Shù. Usualmente si dice “Shuāng Gōng Wéi Wu, Sì Shù Wéi Shu” 双功为武四术为术, cioè “il Doppio Lavoro per la pratica, i Quattro Metodi per la tecnica”; si dice anche “Senza la pratica non c’è tecnica, la tecnica si raggiunge attraverso la pratica”. Pertanto anche tra Shuāng Gōng e Sì Shù si instaura una relazione di dialettica. Lo Shǎo Běi Quán è una scienza; tutta la sua teoria origina dalla pratica e la pratica genera conoscenza.
Notevole importanza è data anche ai vari tipi di forza. Si dice “La forza eccessiva è sicuramente lenta, la forza fiacca è certamente sconfitta”. Nello Shǎo Běi Quán vengono analizzate quattro tipologie di forza, distinte tra statiche e dinamiche, di emissione e di ricezione, da impiegare a seconda delle occasioni e condotte seguendo la direzione di forza dell’avversario oppure opponendosi ad essa. La più importante è certamente la Diǎn Gāng Lì 点刚力 che esplode nell’esatto istante in cui si entra in contatto con l’avversario. In opposizione al metodo duro Diǎn Gāng si sviluppa il metodo del cambiamento morbido Róu Huà 柔化. Quest’ultimo permette la ricezione della forza dell’avversario sfruttandola a proprio vantaggio. Questa pratica viene condotta attraverso l’accoglimento dell’emissione della forza nemica causando uno sbilanciamento che a sua volta concede un vantaggio. Ne consegue una costante interazione tra duro e morbido.
Lo stile si focalizza fortemente anche sul metodo dei passi e dei calci. Attraverso un calcolo il Gran Maestro Zhāng Róng Shí ha stimato che esistono 366 combinazioni di “calci e calci” e “passi e calci”, enfatizzando la grande importanza che questi rivestono nel combattimento.
Ulteriore lavoro è indirizzato esplicitamente al metodo delle mani ed alle connessioni reciproche tra le varie tecniche di mano, che possono configurarsi in varie modalità a seconda della forma che l’arto assume, come ad esempio pugno, oppure palmo, oppure dita.